23 settembre 2020

Come si ricorderà, l’U.O.C. di Neurologia dell’ASP di Vibo Valentia ha attivato, in piena emergenza Covid, un numero di telefono dedicato ai pazienti neurologici con l’obiettivo di ridurre i disagi legati alle restrizioni determinate dall’emergenza e di fornire agli stessi e alle loro famiglie, supporto telefonico.
Nasceva così “PRONTONEURO”, non solo un mezzo per indicare percorsi e strategie terapeutiche difficilmente praticabili in quel periodo con i normali canali, ma anche il tentativo di correggere l’errata percezione del pericolo da parte dell’utenza attraverso un triage telefonico che convogliasse al pronto soccorso o all’ambulatorio i casi urgenti.
L’analisi puntuale e dettagliata dell’attività svolta nei due mesi di lockdown attraverso il servizio “Prontoneuro”, ha confermato l’importanza dell’iniziativa messa in atto dal personale sanitario della Neurologia di concerto con il Management aziendale.
Il riscontro alle 79 telefonate ricevute nel periodo considerato rappresenta, seppur la punta di un iceberg che vede ben nascosto il reale bisogno della popolazione con problemi neurologici, un indicatore non trascurabile.
Le patologie per le quali sono state prodotte le telefonate e che hanno fatto registrare le maggiori frequenze sono state per il 32 % la Demenza e i disturbi del comportamento, per il 22% le Malattie cerebrovascolari acute e croniche e a seguire l’epilessia, l’ansia e la depressione, le neuropatie, la cefalea, la sclerosi laterale amiotrofica.
Se si pensa che in epoca pre-lockdown, l’U.O.C. di Neurologia garantiva in media oltre 250 prestazioni/settimana, si ha la perfetta dimensione dell’aumento esponenziale del rischio per tutte le malattie cosiddette “tempo-dipendenti” (pensiamo agli ictus ischemici, alle emorragie cerebrali, ai traumi cranici ecc.) o per quelle soggette a recidive (Sclerosi Multipla ed Epilessia tra tutte).
“PRONTONEURO” ha rappresentato l’apertura dell’Ospedale al territorio in una sorta di vicinanza sia con quei pazienti affetti da malattie croniche, sia con chi stava sperimentando una malattia acuta, della cui gravità poteva non avere contezza o che, per paura del contagio, rischiava di sottovalutare.
“L’umanizzazione delle cure passa anche attraverso la presa in carico globale dei bisogni di salute del paziente e dei risvolti che la malattia ha sulla famiglia” ha dichiarato il Direttore dell’U.O. di Neurologia Dott. Franco Galati.
“La risposta data con il numero telefonico dedicato, ovviamente gratuita per il paziente ed a costo zero per l’Azienda, ha rappresentato sia l’opportunità di evitare la “sensazione di abbandono” frequente in casi simili, sia di dare risposte qualificate, seppur a distanza e con i limiti imposti dalla distanza stessa, ad esigenze estemporanee, ma non per questo meno invalidanti, sia di indirizzare al ricovero o quanto meno ad una valutazione diretta del paziente, grazie anche alla collaborazione con i medici del Pronto Soccorso” ha concluso il Dott. Galati.

 

 

 

 

 

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