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«Report» e «relazione» sono due termini, utilizzati alternativamente, per indicare un rapporto, ovvero, un resoconto informativo periodico (mensile, trimestrale, semestrale, annuale).
Tale documento configura uno strumento fondamentale di comunicazione organizzativa capace di rappresentare lo stato dell’arte e, più in generale, di trasmettere conoscenza e valore.
Viene ampiamente utilizzato sia in campo aziendale (come resoconto d’attività e/o di verifica istituzionale) che in campo scientifico (per rappresentare risultati di attività di studio o sperimentazione).
Nella sua forma più consueta il report è composto da:
a) una componente informativa basata sui dati relativi al periodo oggetto di verifica opportunamente elaborati;
b) una componente descrittiva basata sulla rappresentazione grafica e tabellare dei dati suddetti.
Qualunque sia il tipo di report è importante che l’elaborato risulti di facile comprensione, non ridondante, conciso, ma, allo stesso tempo, completo. La chiarezza è un presupposto imprescindibile.
A livello di organizzazione testuale, il report deve risultare ordinato e ben strutturato dal punto di vista del layout.
L’inserimento di elementi grafici e tabellari ha la doppia funzione di alleggerire visivamente la componente testuale e fornire immediatezza alla sua comprensione.
A seconda della finalità e del tipo di informazione che intende trasmettere, assume valore e forme diverse.
Il report sanitario è redatto per monitorare le malattie diagnosticate come episodio di cura e/o di decesso.
Può avere il valore della sorveglianza epidemiologica (prevalenza e incidenza di malattie) o quello del controllo prestazionale. Presenta la forma dell’elaborato statistico ed è riferito ai dati dell’attività:
- clinico-assistenziale (ricoveri e specialistica ambulatoriale);
- di prevenzione e sanità pubblica (registri di patologia e delle cause di morte).
I dati dell’attività clinico-assistenziale e delle cause di morte, codificate e validate, vengono registrati sotto forma di flussi informativi istituzionali gestititi da piattaforme informatiche che consentono le operazioni di immissione, conservazione, accesso, esportazione. Quest’ultima avviene secondo criteri rispettosi della privacy e permette, in genere, di ottenere tabelle recanti non solo dati grezzi ma anche dati aggregati secondo le esigenze ritenute più comuni.  
La necessità di pervenire ad aggregazioni più complesse rende, però, costantemente necessario il ricorso a softwares di gestione relazionale dei dati al fine di implementare e aggregare i dati registrati nella tabella dei flussi informativi con quelli di tabelle contenenti altri tipi di informazioni (demografiche, classificazione ICD, tabelle tecniche di accostamento dati, ecc.).
L’utilizzo di tali programmi informatici precede sia la fase dell’elaborazione statistica che quella della sintesi e della presentazione prospettica dei dati.

 

 

 

Links per la rassegna sull’argomento:

 

https://wearemarketers.net/come-si-fa-una-relazione/

https://napoli.unicusano.it/studiare-a-napoli/come-scrivere-un-report/

https://www.segnalezero.com/come-fare-una-relazione/

https://it.surveymonkey.com/mp/basic-chart-types-for-reports/

https://farenumeri.it/report-aziendale/

https://www.skuola.net/informatica/modello-relazionale.html

https://www.ovhcloud.com/it/learn/what-is-relational-database/

 

                                                                                                                        Agostino Scardamaglio

 

 

 

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