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L’esposizione all’inquinamento dell’aria, causato in larga parte dalla combustione di fonti fossili, risulta essere peggiorato dal cambiamento climatico e costituisce il maggiore fattore di rischio per la salute.
Le polveri sottili (PM10 e PM2,5) presenti nell’aria provocano ogni anno diversi milioni di decessi prematuri per malattie respiratorie e cardiovascolari. Le morti premature attribuibili solo ai PM2,5 sono state 2,9 milioni nel 2016 a livello globale. Arrivano a 7 milioni se si considera il numero totale di morti per inquinamento atmosferico.
La temperatura globale è aumentata di 0,8°C rispetto ai livelli pre-industriali (1880-1920) e nell’ultimo decennio si sono verificati otto dei dieci anni più caldi mai registrati. In Italia l’aumento è stato di 1,18°C.
Con l’aumento della temperatura è aumentata anche la capacità di trasmissione di malattie come la febbre dengue, la malaria e il colera mentre le ondate di calore, gli incendi, la perdita di produttività agricola, la perdita del naturale habitat per molte specie animali, pregiudicano la qualità della vita sulla Terra.
Questo è il messaggio che hanno lanciato gli autori del report annuale “The Lancet Countdown on health and climate change”, pubblicato a metà novembre 2021 dalla rivista scientifica The Lancet (thelancet.com).
Tale emergenza ambientale, unitamente a quella economica e sociale, spingeranno verso modelli di vita, di lavoro, di istruzione, di business, caratterizzate da un alto supporto tecnologico.
L’evoluzione appena descritta viene chiamata “transizione ecologica” e rappresenta il processo finalizzato alla realizzazione di un mutamento pervasivo di molti dei paradigmi sui quali è andata avanti finora la nostra società ridisegnati in un’ottica di piena sostenibilità ambientale.
Lo “sviluppo sostenibile”, nelle tre dimensioni economica, sociale e ambientale, è il focus dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, declinato in 17 Sustainable Development Goals - SDGs, ovvero obiettivi di sviluppo sostenibile.
Digitalizzazione e transizione energetica sono i due ambiti ritenuti necessari per la riduzione dell'inquinamento e avranno sempre di più un ruolo fondamentale nel nostro modo di vivere il mondo.
Si utilizzeranno, così, tecnologie green basate su risorse energetiche rinnovabili e su un generale efficientamento energetico.
In tale contesto verranno adottate soluzioni che prevedono nuovi modelli di business in ambiti quali:
- la mobilità elettrica (utilizzo dell'energia elettrica per la movimentazione di cose e persone);
- le smart grid (reti elettriche intelligenti);
- la digital energy (uso di tecnologie digitali avanzate lungo la filiera dell'energia);
- energy storage (accumulo e stoccaggio dell’energia in ottica di una maggiore efficienza energetica);
- smart building (gli edifici in cui gli impianti per l’efficientamento energetico sono gestiti in maniera intelligente e automatizzata);
- le fonti rinnovabili (forme di energia che rispettano le risorse provenienti dal mondo naturale, non inquinano e non si esauriscono, dal momento che hanno la capacità di rigenerarsi) e Idrogeno (una possibile alternativa pulita e più efficace ai combustibili fossili, seppure richieda grandi quantità di elettricità da fonte rinnovabile per la sua produzione);
- l’economia circolare, rigenerativa, repowered con applicazioni che riguardano visioni totalmente nuove della produzione, del consumo, dello smaltimento, della logistica.
Quest’ultima consiste in un’economia pensata per potersi rigenerare da sola essendo concepita in un’ottica “zero waste” (smaltimento contestuale dei rifiuti) e nell’ottica del repowering (allungamento della vita degli impianti).
Per l’attuazione dei processi suddetti sarà necessario attuare cambiamenti sociali che dovranno riguardare nuove abitudini, una nuova educazione, un nuovo modello di istruzione e lavoro, una nuovo modello di crescita economica e di business, un nuovo modo di tutelare la salute. Tali cambiamenti dovranno essere tutti funzionali al progresso sostenibile.
I risvolti sui modelli assistenziali sanitari dovrebbero essere positivi sul medio/lungo termine in quanto basati sull’assunto, in buona parte verificato, che i mutamenti ambientali conducono a vecchie e nuove malattie.
Dovrebbero inoltre essere basati sulla prevenzione, e soprattutto sulla prevenzione primaria che consiste nell’insieme di azioni tese a rimuovere e/o mitigare fattori di rischio, ambientali e individuali, riconosciuti dannosi per la salute.
Certamente la fase transizionale non risulterà esangue neanche in ambito sanitario ed è ampiamente prevedibile lo sviluppo di stati patologici legati alla difficoltà di adattamento del cittadino allo switch epocale che si prospetta.  

Links per la rassegna sull’argomento:

https://www.mite.gov.it/pagina/ambiente-e-salute

https://altreconomia.it/salute-climate-change/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/03/transizione-ecologica-il-ministro-cingolani-presenta-gli-8-punti-della-sua-agenda-per-un-pianeta-in-salute-e-una-societa-giusta/6120423/

https://www.rinnovabili.it/ambiente/politiche-ambientali/transizione-ecologica-ispra-italia/

https://www.greenpeace.org/italy/storia/13110/ecco-i-cinque-punti-chiave-della-transizione-ecologica/

https://attivati.greenpeace.it/petizioni/restart/

https://www.agi.it/blog-italia/scienza/post/2021-03-06/transizione-ecologica-sviluppo-sostenibile-11666300/

https://www.scienzainrete.it/articolo/metti-giustizia-ambientale-nella-transizione-ecologica/fabrizio-bianchi/2021-02-25

 

                                                                                                                                                                       Agostino Scardamaglio

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