Un medico per la tutela della salute nel terzo millennio

Pubblicato: 16 Giugno 2023

La figura professionale del medico si è evoluta notevolmente nel tempo pur rimanendo vincolata alla profonda connotazione civile, sociale ed etica proveniente da un’antica tradizione. I principî ai quali si ispira l’esercizio della professione medica sono difatti unici nell'ambito delle attività umane e vengono mirabilmente racchiusi nel "Giuramento di Ippocrate".
A fronte di tali dettami sono intervenuti, negli ultimi tre decenni, decisivi mutamenti culturali e di ruolo del medico italiano in larga parte determinati dall’evoluzione tecnologica e aziendalistica della sanità.
In particolare l'ingresso della managerialità nell'attività professionale ha condizionato profondamente le sue scelte in quanto si è dovuto occupare anche delle ricadute economiche che l’esercizio dell’attività comporta.
E’ stato inoltre necessario adeguarsi all’incalzante evoluzione sociale e tecnologica determinata dall’imponente e pervasivo sviluppo dell’informatizzazione, dell’automazione e della comunicazione globalizzata.
Ciò ha comportato il suo crescente coinvolgimento in aspetti etici legati all’utilizzo delle metodiche per il mantenimento in vita, le tecniche di fecondazione, il costo delle cure e dei farmaci salvavita, ecc.
Il medico si colloca, quindi, nel mezzo di questo tumultuoso sviluppo che:
- rende sempre più difficile il riconoscersi nel «Giuramento di Ippocrate» o nell’ affascinate figura del medico condotto del passato, generalista per antonomasia e cultore assoluto del metodo clinico;
- richiede, tuttavia, la nascita di un nuovo medico di medicina generale che sappia confrontarsi con l’attuale ridondante frammentazione specialistica.
Tali mutamenti comporteranno, di certo, una profonda trasformazione dei modelli di formazione e di professionalizzazione medica attualmente settorializzati e orientati, per lo più, verso l’alta specializzazione.
Sarà fondamentale anche il cambio del paradigma di apprendimento che dovrà privilegiare metodologie di tipo induttivo (dall’attività pratica alla teoria) e l’individuazione di nuove forme di incentivazione professionale per i medici del SSN atte a contrastare la loro progressiva fuga verso la medicina specialistica privata e le strutture sanitarie estere.
Accanto ai corsi universitari nelle specialità tradizionali, si dovrebbe prevedere uno specifico corso universitario specializzante dedicato alla formazione del medico di medicina generale.
Tale innovazione incentiverebbe i giovani medici a scegliere tale attività sia perché ritenuta qualificante come le altre branche specialistiche e sia perché verrebbe remunerato il periodo di formazione universitario.
Il corso dovrebbe essere orientato all’attività clinico-assistenziale di base, al primo soccorso, alla prevenzione e alla sanità pubblica.
Lo specialista così formato potrebbe quindi rivolgere la sua attività verso la cura della persona che s’identifica:
- in quella capacità di affrontare, in crescente autonomia, i bisogni degli individui e delle comunità che prenderà in carico;
- nella conoscenza diretta dei tanti fattori che influenzano la salute nei differenti contesti sociali;
- nell’approccio comunicativo empatico nei confronti di coloro che necessitano di assistenza e/o di interventi preventivi di sanità pubblica.
L’impostazione suddetta, unitamente al potente supporto fornito dall’attuale tecnologia, consentirebbe al nuovo medico generalista di trattare salute e malattia nell’arco dell’intera vita delle persone promovendo al meglio il loro benessere fisico e psichico.