L'epidemiologia rappresenta una scienza medica giovane alla quale è stata riconosciuta piena autonomia di disciplina medica solo da circa un trentennio. Ancor più recente è l'acquisizione del concetto di «mentalità epidemiologica» in riferimento all’approccio metodologico basato sull’esteso utilizzo della misura dei fenomeni mediante tecniche di elaborazione statistica dei dati socio-sanitari, biomedici e demografici.
Uno dei più famosi studi del passato, impostato - in buona sostanza - con metodo epidemiologico razionale ancor oggi valido, è quello compiuto dal dottor John Snow, un medico ostetrico inglese che ottenne popolarità attorno alla metà del XIX secolo per aver utilizzato, per primo, l'anestesia durante gli interventi chirurgici.
Il medico è considerato il padre dell’epidemiologia e il pioniere del tracciamento e dello studio dei meccanismi di contagiosità delle malattie trasmissibili, come dimostrano gli studi eseguiti a Londra in occasione di due focolai di colera. Tali studi sono universalmente riconosciuti come "classici" nella storia dell'epidemiologia sia per l'ingegnosità delle osservazioni che per la modernità dell'impostazione metodologica.
Il lavoro di Snow combinò lo studio demografico e cartografico con l'osservazione medico-scientifica, fissando un importante precedente per la nascente scienza dell'epidemiologia. Solo a distanza di oltre un secolo e mezzo, grazie alle sue intuizioni, si è potuto utilizzare il tracing e il mapping per il monitoraggio delle epidemie e l’analisi spaziale dei clusters epidemici.
Oggi, però, si è facilitati nel compito dall’utilizzo di un esteso supporto tecnologico costituito da softwares che implementano modelli matematici, digitalizzazione dell’immagine, telefonia e messaggistica istantanea da mobile e, a livelli più pervasivi, di videosorveglianza potenziata da sistemi di intelligenza artificiale.
Nell’ambito dell’azienda sanitaria, allorché vi sia un rodato ed efficiente impianto di rilevazione delle informazioni, l’epidemiologia ha come obiettivi:
a) valutare lo stato di salute e i bisogni sanitari della popolazione residente attraverso l’uso di dati correnti, la tenuta di registri di sorveglianza (di mortalità e patologie), l’effettuazione di indagini ad hoc in casi particolari;
b) produrre misure e stime di tipo descrittivo sulla frequenza delle diverse patologie e problematiche sanitarie nella popolazione anche alla luce della loro distribuzione territoriale;
c) assicurare il supporto statistico-epidemiologico alla direzione aziendale;
d) attivare studi valutativi su attività sanitarie target ove si utilizzino per le stesse indicatori di processo e di efficacia.
Links per la rassegna sull’argomento:
https://www.ifc.cnr.it/index.php/it/ricerca/epidemiologia-e-promozione-della-salute
http://www.publichealth.it/metodologia-epidemiologica/
https://www.epicentro.iss.it/politiche_sanitarie/40-anni-ssn-servizi-sanita-pubblica
http://www.epidemiologia.it/wp-content/uploads/2016/02/Position-paper-AIE-25GIU15-CS.pdf
https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=77950
https://wonderwhy.it/john-snow-e-la-nascita-dell-epidemiologia/
https://moodle2.units.it/pluginfile.php/137653/mod_resource/content/1/1_gis_ma.pdf
https://www.ilpost.it/2020/01/28/mappa-colera-londra-john-snow-epidemiologia/
Agostino Scardamaglio